Bartolomeo Mazzuoli (Siena 1674 – 1749) VISIONE DEL BEATO AMBROGIO SANSEDONI terracotta, cm 43x32 Bibliografia U. Schlegel, Some Statuettes by Giuseppe Mazzuoli , in “The Burlington Magazine”, CIX, 1967, p. 392 n. 23 Questo rilievo in terracotta è stato pubblicato da Ursula Schlegel come una replica di mano di Bartolomeo Mazzuoli dalla pala marmorea raffigurante lo stesso soggetto, eseguita per la cappella di Palazzo Sansedoni a Siena dallo zio di questi, Giuseppe. Il bassorilievo senese, eseguito secondo Lione Pascoli quando l’artista era a Roma (L. Pascoli, Vite de’ pittori, scultori, ed architetti moderni , 2 voll., Roma 1730-1736, ed. Perugia 1992, pp. 932 e 939-940, nota 15), e compiuto certamente entro il 1694, data che compare in un’incisione di Arnold van Westerhouts che lo riproduce, sembra essere stato condotto con interventi di bottega: l’angelo in basso a sinistra, con il libro ed il giglio, e i due cherubini in alto a destra, non possono essere ascrivibili a Giuseppe (G. Gentilini, in Collezione Chigi Saracini – La scultura – Bozzetti in terracotta, piccoli marmi e altre sculture dal XIV al XX secolo , catalogo a cura di G. Gentilini e C. Sisi, Siena 1989, II, p. 293, cat. 78). Per l’angelo in basso, in particolare, si conserva un bozzetto autografo di qualità molto superiore al marmo poi scolpito (F. Pansecchi, Contributi a Giuseppe Mazzuoli , in “Commentari”, X, 1959, p. 40). È importante, allora, notare come nella presente terracotta manchino sia quell’angelo sia i cherubini in alto a destra (quella parte del rilievo, peraltro, reca evidenti segni di restauro, Schlegel, op. cit. ): Bartolomeo Mazzuoli si sarebbe quindi ispirato non tanto al bassorilievo in marmo quanto a un primo bozzetto autografo di Giuseppe, forse privo di quei particolari (sulla difficile distinzione, in alcuni casi, delle mani di Giuseppe e del nipote Bartolomeo, cfr. da ultimo anche C. Sisi, scheda in La collezione Chigi Saracini di Siena. Per una storia del collezionismo italiano , cat. della mostra, Mantova, Palazzo Te, Firenze 2000, p. 70) A.B.
Bartolomeo Mazzuoli (Siena 1674 – 1749) VISIONE DEL BEATO AMBROGIO SANSEDONI terracotta, cm 43x32 Bibliografia U. Schlegel, Some Statuettes by Giuseppe Mazzuoli , in “The Burlington Magazine”, CIX, 1967, p. 392 n. 23 Questo rilievo in terracotta è stato pubblicato da Ursula Schlegel come una replica di mano di Bartolomeo Mazzuoli dalla pala marmorea raffigurante lo stesso soggetto, eseguita per la cappella di Palazzo Sansedoni a Siena dallo zio di questi, Giuseppe. Il bassorilievo senese, eseguito secondo Lione Pascoli quando l’artista era a Roma (L. Pascoli, Vite de’ pittori, scultori, ed architetti moderni , 2 voll., Roma 1730-1736, ed. Perugia 1992, pp. 932 e 939-940, nota 15), e compiuto certamente entro il 1694, data che compare in un’incisione di Arnold van Westerhouts che lo riproduce, sembra essere stato condotto con interventi di bottega: l’angelo in basso a sinistra, con il libro ed il giglio, e i due cherubini in alto a destra, non possono essere ascrivibili a Giuseppe (G. Gentilini, in Collezione Chigi Saracini – La scultura – Bozzetti in terracotta, piccoli marmi e altre sculture dal XIV al XX secolo , catalogo a cura di G. Gentilini e C. Sisi, Siena 1989, II, p. 293, cat. 78). Per l’angelo in basso, in particolare, si conserva un bozzetto autografo di qualità molto superiore al marmo poi scolpito (F. Pansecchi, Contributi a Giuseppe Mazzuoli , in “Commentari”, X, 1959, p. 40). È importante, allora, notare come nella presente terracotta manchino sia quell’angelo sia i cherubini in alto a destra (quella parte del rilievo, peraltro, reca evidenti segni di restauro, Schlegel, op. cit. ): Bartolomeo Mazzuoli si sarebbe quindi ispirato non tanto al bassorilievo in marmo quanto a un primo bozzetto autografo di Giuseppe, forse privo di quei particolari (sulla difficile distinzione, in alcuni casi, delle mani di Giuseppe e del nipote Bartolomeo, cfr. da ultimo anche C. Sisi, scheda in La collezione Chigi Saracini di Siena. Per una storia del collezionismo italiano , cat. della mostra, Mantova, Palazzo Te, Firenze 2000, p. 70) A.B.
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