CICERO. Tullius De officijs: de amicitia: de senectute: necnon Paradoxa eiusdem. CICERO, Marcus Tullius. Tullius De officijs: de amicitia: de senectute: necnon Paradoxa eiusdem. Toscolano Maderno, Alessandro Paganini, 1523 4to, 250x160 mm. Legatura in mezza pelle su assicella con impressioni a secco ai piatti e al dorso, borchie in ottone con legacci mancanti. Carte (8), 252. Carattere Gotico, greco, romano, in tre corpi, maggiore per il testo, più piccolo per il commento e minuscolo per gl’indici. Colophon in fine: “Tusculani, apud Benacum, in aedibus Alexandri Paganini, mense Maii. 1523”. Frontespizio con bella cornice xilografica di arabeschi, diverse iniziali ornate su fondo criblé. Firma di appartenenza al frontespizio: “Sum fratris Gerardi brixiani Caepiensis. Si me reperies ipsi me reddere debis” e altra nota di possesso dello stesso in grafia diversa. Gora d’umidità agli ultimi fogli e alcune ingialliture, ma buon esemplare. Bella e rara edizione figurata di questi testi ciceroniani. Essa ricalca l’impostazione di altri classici latini editi da Alessandro Paganini in quegli anni. Baroncelli: “Caratteristico di questa edizione è l’uso delle iniziali incise. Quasi a compenso della mancanza di xilografie, il Paganini qui si compiacque di usare fino a quattro diverse A nella stessa pagina”. Le quattro opere di Cicerone sono curate da Benedetto Brugnoli, Josse Bade, Pietro Marso, Ognibene Bonisoli e Martino Filetico. Sander, n. 1972; Lechi, p. 104; Baroncelli, n. 27. No in S.T.C., Italian Books.
CICERO. Tullius De officijs: de amicitia: de senectute: necnon Paradoxa eiusdem. CICERO, Marcus Tullius. Tullius De officijs: de amicitia: de senectute: necnon Paradoxa eiusdem. Toscolano Maderno, Alessandro Paganini, 1523 4to, 250x160 mm. Legatura in mezza pelle su assicella con impressioni a secco ai piatti e al dorso, borchie in ottone con legacci mancanti. Carte (8), 252. Carattere Gotico, greco, romano, in tre corpi, maggiore per il testo, più piccolo per il commento e minuscolo per gl’indici. Colophon in fine: “Tusculani, apud Benacum, in aedibus Alexandri Paganini, mense Maii. 1523”. Frontespizio con bella cornice xilografica di arabeschi, diverse iniziali ornate su fondo criblé. Firma di appartenenza al frontespizio: “Sum fratris Gerardi brixiani Caepiensis. Si me reperies ipsi me reddere debis” e altra nota di possesso dello stesso in grafia diversa. Gora d’umidità agli ultimi fogli e alcune ingialliture, ma buon esemplare. Bella e rara edizione figurata di questi testi ciceroniani. Essa ricalca l’impostazione di altri classici latini editi da Alessandro Paganini in quegli anni. Baroncelli: “Caratteristico di questa edizione è l’uso delle iniziali incise. Quasi a compenso della mancanza di xilografie, il Paganini qui si compiacque di usare fino a quattro diverse A nella stessa pagina”. Le quattro opere di Cicerone sono curate da Benedetto Brugnoli, Josse Bade, Pietro Marso, Ognibene Bonisoli e Martino Filetico. Sander, n. 1972; Lechi, p. 104; Baroncelli, n. 27. No in S.T.C., Italian Books.
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