di Jacopo Tatti, detto il Sansovino (Firenze I metà sec.XVI) Madonna con Gesù Bambino scultura in legno policromo e dorato h.cm.100 L'opera, in buono stato di conservazione al di là di piccoli danni rilevabili nella mancanza di alcune dita nella mano destra, presenta una raffinatissima immagine della Vergine Maria con Gesù Bambino, apprezzabile per la buona sintassi esecutiva e per l'originale formulazione delle figure, oggetto di studi preliminari particolareggiati, evidenti nell'accurata definizione delle posture e nella rigorosa sagomatura anatomica. Disposta in posa eretta con il figlioletto sostenuto con il braccio sinistro, la Madonna, dallo sguardo rivolto con larvata malinconia verso il basso, appare posizionata su un elegante plinto quadrato, svasato nella parte inferiore caratterizzato da ornati in oro ispirati al mondo vegetale sovrastanti un'accesa tinta dei toni scarlatti. La raffinata disposizione della Vergine, frutto di un'attenta conoscenza dei modelli dell'antichità e delle opere rinascimentali fiorentine, appare enfatizzata magistralmente dal morbido abito e dal mantello, drappeggiati con attenzione lungo il corpo e intorno alla testa, enfatizzati dalla lucente doratura e dai bordi rifiniti con esclusivi tralci vegetali ispirati, palesemente, al mondo antico. Privo di indumenti risulta, a differenza della madre. il paffuto Gesù Bambino, le cui carni, definite con sorprendente verismo descrittivo, appaiono frementi e quasi palpitanti di vita. Grandi attenzioni vengono riservate anche ai dettagli, come attesta, in modo pragmatico, la parte tergale dell'opera, nobilitata dall'ampio manto della Madonna corredato dalla stessa bordura ornamentale e dalla splendida mano del bambino, dalle sottili dita allungate, atte ad accarezzare teneramente la testa della madre. L'utilizzo del legno di pioppo, ricorrente in ambito rinascimentale toscano, e i particolari caratteri stilistici ispirati marcatamente, come già detto, alla cultura antiquaria e ai prototipi quattrocenteschi fiorentini, inducono ad assegnare convincentemente la statua all'ambito di Jacopo Tatti , detto il Sansovino, figura di primissimo piano nel pantheon scultoreo italiano della prima metà del Cinquecento. Nato a Firenze nel 1486 ed educato in giovanissima età allo studio delle arti plastiche nella scuola di Andrea Sansovino dal quale trasse il nome, l'artista ebbe una formazione eterogenea, svolta inizialmente in patria e poi a Roma, dove, al seguito del maestro, ebbe modo di studiare con rigore le opere dell'antichità, in particolare il celebre marmo con Laocoonte appena riscoperto dal quale trasse una copia. La buona conoscenza dell'antico favorì all'artista ambite commissioni legate alla corte pontificia, attestate, in modo particolare, da alcuni incarichi legati al campo del restauro connessi al nome di papa Giulio II. Al rientro in patria, documentato al 1511, il Tatti dette il via a una serrata attività autonoma, indirizzata verso un linguaggio stilistico ricco di raffinato eclettismo in linea, oltre che con gli insegnamenti del maestro Andrea, con le tendenze artistiche più in voga del tempo, sensibili soprattutto alle poetiche di Leonardo, Raffaello e Michelangelo, punti di riferimento imprescindibili per gran parte degli artisti del tempo. Forte del successo ottenuto con Il San Giacomo per la cattedrale di Santa Maria del Fiore, l'artista ritornò nuovamente a Roma nel 1518, dove si tenne fino al 1523, tempo del suo trasferimento a Venezia, città nella quale lo attesero ambite commissioni. Dopo aver rivestito posizioni sempre più preminenti nel panorama scultoreo italiano del tempo, l'artista lavoro assiduamente nel periodo centrale e in quello maturo della sua vita soprattutto nell'urbe e a Venezia, dove, grazie a soggiorni più o meno lunghi, ebbe modo di realizzare opere pregevoli, legate in prevalenza, anche se non solo, alle committenze sacre, Dopo anni di successo Jacopo Sansovino morì nel capoluogo venet
di Jacopo Tatti, detto il Sansovino (Firenze I metà sec.XVI) Madonna con Gesù Bambino scultura in legno policromo e dorato h.cm.100 L'opera, in buono stato di conservazione al di là di piccoli danni rilevabili nella mancanza di alcune dita nella mano destra, presenta una raffinatissima immagine della Vergine Maria con Gesù Bambino, apprezzabile per la buona sintassi esecutiva e per l'originale formulazione delle figure, oggetto di studi preliminari particolareggiati, evidenti nell'accurata definizione delle posture e nella rigorosa sagomatura anatomica. Disposta in posa eretta con il figlioletto sostenuto con il braccio sinistro, la Madonna, dallo sguardo rivolto con larvata malinconia verso il basso, appare posizionata su un elegante plinto quadrato, svasato nella parte inferiore caratterizzato da ornati in oro ispirati al mondo vegetale sovrastanti un'accesa tinta dei toni scarlatti. La raffinata disposizione della Vergine, frutto di un'attenta conoscenza dei modelli dell'antichità e delle opere rinascimentali fiorentine, appare enfatizzata magistralmente dal morbido abito e dal mantello, drappeggiati con attenzione lungo il corpo e intorno alla testa, enfatizzati dalla lucente doratura e dai bordi rifiniti con esclusivi tralci vegetali ispirati, palesemente, al mondo antico. Privo di indumenti risulta, a differenza della madre. il paffuto Gesù Bambino, le cui carni, definite con sorprendente verismo descrittivo, appaiono frementi e quasi palpitanti di vita. Grandi attenzioni vengono riservate anche ai dettagli, come attesta, in modo pragmatico, la parte tergale dell'opera, nobilitata dall'ampio manto della Madonna corredato dalla stessa bordura ornamentale e dalla splendida mano del bambino, dalle sottili dita allungate, atte ad accarezzare teneramente la testa della madre. L'utilizzo del legno di pioppo, ricorrente in ambito rinascimentale toscano, e i particolari caratteri stilistici ispirati marcatamente, come già detto, alla cultura antiquaria e ai prototipi quattrocenteschi fiorentini, inducono ad assegnare convincentemente la statua all'ambito di Jacopo Tatti , detto il Sansovino, figura di primissimo piano nel pantheon scultoreo italiano della prima metà del Cinquecento. Nato a Firenze nel 1486 ed educato in giovanissima età allo studio delle arti plastiche nella scuola di Andrea Sansovino dal quale trasse il nome, l'artista ebbe una formazione eterogenea, svolta inizialmente in patria e poi a Roma, dove, al seguito del maestro, ebbe modo di studiare con rigore le opere dell'antichità, in particolare il celebre marmo con Laocoonte appena riscoperto dal quale trasse una copia. La buona conoscenza dell'antico favorì all'artista ambite commissioni legate alla corte pontificia, attestate, in modo particolare, da alcuni incarichi legati al campo del restauro connessi al nome di papa Giulio II. Al rientro in patria, documentato al 1511, il Tatti dette il via a una serrata attività autonoma, indirizzata verso un linguaggio stilistico ricco di raffinato eclettismo in linea, oltre che con gli insegnamenti del maestro Andrea, con le tendenze artistiche più in voga del tempo, sensibili soprattutto alle poetiche di Leonardo, Raffaello e Michelangelo, punti di riferimento imprescindibili per gran parte degli artisti del tempo. Forte del successo ottenuto con Il San Giacomo per la cattedrale di Santa Maria del Fiore, l'artista ritornò nuovamente a Roma nel 1518, dove si tenne fino al 1523, tempo del suo trasferimento a Venezia, città nella quale lo attesero ambite commissioni. Dopo aver rivestito posizioni sempre più preminenti nel panorama scultoreo italiano del tempo, l'artista lavoro assiduamente nel periodo centrale e in quello maturo della sua vita soprattutto nell'urbe e a Venezia, dove, grazie a soggiorni più o meno lunghi, ebbe modo di realizzare opere pregevoli, legate in prevalenza, anche se non solo, alle committenze sacre, Dopo anni di successo Jacopo Sansovino morì nel capoluogo venet
Testen Sie LotSearch und seine Premium-Features 7 Tage - ohne Kosten!
Lassen Sie sich automatisch über neue Objekte in kommenden Auktionen benachrichtigen.
Suchauftrag anlegen