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Auktionsarchiv: Los-Nr. 117

Figure virili con cesti di fiori Argento sbalzato, cesellato e inciso con parti fuse. Marchi: stemma ...

Schätzpreis
12.000 € - 15.000 €
ca. 12.883 $ - 16.104 $
Zuschlagspreis:
12.000 €
ca. 12.883 $
Auktionsarchiv: Los-Nr. 117

Figure virili con cesti di fiori Argento sbalzato, cesellato e inciso con parti fuse. Marchi: stemma ...

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Beschreibung:

Figure virili con cesti di fiori Argento sbalzato, cesellato e inciso con parti fuse. Marchi: stemma di Palermo, aquila a volo basso con RUP, GCLC; S.V argentiere Stefano Valenti (doc. 1661-1708) console Giuseppe Ciraulo Lazzara, 1679 Rimini Le preziose opere si configurano come rari esempi di suppellettili di uso profano, il cui pregio oltre che nella qualità di esecuzione consiste nell'estrema esiguità del numero superstite. L'alta base delle opere esagonale con spigoli smussati presenta un diversificato ornato floreale. Su queste basi poggiano due figure virili, forse identificabili con Ercole, rappresentate con folta barba e sciabola o spada con impugnatura caratterizzata da due teste di draghi, probabilmente in riferimento alla seconda delle fatiche dell'eroe citato, l'uccisione dell'idra di Lerna (cfr. J. Hall Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'arte, Milano 1989, pp. 159-160). La figura virile regge con le forzute braccia un cesto ricolmo di fiori dalle diverse tipologie, che si ripetono anche nell'esterno del canestro ove compaiono anemoni e tulipani. Probabilmente le opere, il cui modellato scultoreo dà prova dell'abilità dell'argentiere, sono state realizzate seguendo il disegno fornito appositamente da un grande artista dell'epoca o attingendo dal vasto repertorio di disegni destinati ad argentieri, tra cui si ricordano quelli di Mariano Smiriglio o del Laurentini ancora custoditi presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis (si vedano riprodotti in V. Abbate, Il tesoro perduto. Una traccia per la committenza laica nel Seicento, in Ori e argenti di Sicilia dal Quattrocento al Settecento, catalogo della mostra a cura di M.C. Di Natale, Milano 1989, pp. 45-56). Sui manufatti della collezione di Rimini è impresso in più parti lo stemma di Palermo con l'aquila a volo basso (le ali del volatile saranno a volo alto dal 1715) che sovrasta la sigla RUP, abbreviazione di Regia Urbs Panormi. Il punzone del console che ha verificato la qualità della lega argentea, GCLC, è da riferire a Giuseppe Ciraulo Lazzara, che deteneva tale importante carica nel 1679 (cfr. S. Barraja, I marchi degli argentieri e orafi di Palermo dal XVII secolo ad oggi, saggio introduttivo di M.C. Di Natale, Milano 1996, II ed. 2010, p 68). Sono pure ben visibili le lettere S.V. Tali iniziali intervallate da un puntino sono riferibili all'abile argentiere Stefano Valenti (Valenzia, Valenza, Valenzio), attivo a Palermo dal 1661 al 23 settembre 1708, data di morte (cfr. S. Barraja, Gli orafi e argentieri di Palermo attraverso i manoscritti della maestranza, in Splendori di Sicilia. Arti decorative dal Rinascimento al Barocco, catalogo della mostra a cura di M.C. Di Natale, Palermo 2001, p. 677). Già Maria Accascina riferisce al nostro argentiere, che chiama Valenzio, tale punzone attribuendogli la croce reliquiaria d'argento della Chiesa Madre di Caccamo, eseguita nel 1666-1667 (cfr. M. Accascina, I marchi delle argenterie e oreficerie siciliane, Busto Arsizio 1976, p. 53), assegnazione confermata pure in tempi più recenti (cfr. R. Vadalà, scheda 90, in Splendori..., 2001, pp. 418-419). Lo stesso marchio è stato rilevato ancora su un calice della Chiesa Madre di Polizzi Generosa e sull'aureola di San Gandolfo della stessa città (S. Anselmo, Polizzi. Tesori di una città demaniale, Caltanissetta 2006, pp. 26, 68, 78), ove l'artista è chiamato nel 1673 in qualità di restauratore per intervenire sull'urna reliquiaria del santo patrono, San Gandolfo. Nello stesso periodo l'argentiere realizza pure tre perdute lampade pensili per la cappella del citato Santo (S. Anselmo, Polizzi..., 2006, pp 26, 27, 131). Per lo stesso centro madonita è attivo ancora nel 1704, anno in cui indora alcune suppellettili liturgiche per la cappella del SS. Sacramento della chiesa di San Giovanni Battista (S. Anselmo, Polizzi..., 2006, p. 137). L'argentiere, che riveste la carica di console nel 1680, 1691 e 1701 (S. Barraja, I marchi..., 1996, pp. 68-69, 71

Auktionsarchiv: Los-Nr. 117
Auktion:
Datum:
18.11.2015
Auktionshaus:
Cambi Casa d'Aste
Castello Mackenzie Mura di san Bartolomeo 16c 16
16122 Genova
Italien
info@cambiaste.com
+39 010 8395029
+39 010 879482
Beschreibung:

Figure virili con cesti di fiori Argento sbalzato, cesellato e inciso con parti fuse. Marchi: stemma di Palermo, aquila a volo basso con RUP, GCLC; S.V argentiere Stefano Valenti (doc. 1661-1708) console Giuseppe Ciraulo Lazzara, 1679 Rimini Le preziose opere si configurano come rari esempi di suppellettili di uso profano, il cui pregio oltre che nella qualità di esecuzione consiste nell'estrema esiguità del numero superstite. L'alta base delle opere esagonale con spigoli smussati presenta un diversificato ornato floreale. Su queste basi poggiano due figure virili, forse identificabili con Ercole, rappresentate con folta barba e sciabola o spada con impugnatura caratterizzata da due teste di draghi, probabilmente in riferimento alla seconda delle fatiche dell'eroe citato, l'uccisione dell'idra di Lerna (cfr. J. Hall Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'arte, Milano 1989, pp. 159-160). La figura virile regge con le forzute braccia un cesto ricolmo di fiori dalle diverse tipologie, che si ripetono anche nell'esterno del canestro ove compaiono anemoni e tulipani. Probabilmente le opere, il cui modellato scultoreo dà prova dell'abilità dell'argentiere, sono state realizzate seguendo il disegno fornito appositamente da un grande artista dell'epoca o attingendo dal vasto repertorio di disegni destinati ad argentieri, tra cui si ricordano quelli di Mariano Smiriglio o del Laurentini ancora custoditi presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis (si vedano riprodotti in V. Abbate, Il tesoro perduto. Una traccia per la committenza laica nel Seicento, in Ori e argenti di Sicilia dal Quattrocento al Settecento, catalogo della mostra a cura di M.C. Di Natale, Milano 1989, pp. 45-56). Sui manufatti della collezione di Rimini è impresso in più parti lo stemma di Palermo con l'aquila a volo basso (le ali del volatile saranno a volo alto dal 1715) che sovrasta la sigla RUP, abbreviazione di Regia Urbs Panormi. Il punzone del console che ha verificato la qualità della lega argentea, GCLC, è da riferire a Giuseppe Ciraulo Lazzara, che deteneva tale importante carica nel 1679 (cfr. S. Barraja, I marchi degli argentieri e orafi di Palermo dal XVII secolo ad oggi, saggio introduttivo di M.C. Di Natale, Milano 1996, II ed. 2010, p 68). Sono pure ben visibili le lettere S.V. Tali iniziali intervallate da un puntino sono riferibili all'abile argentiere Stefano Valenti (Valenzia, Valenza, Valenzio), attivo a Palermo dal 1661 al 23 settembre 1708, data di morte (cfr. S. Barraja, Gli orafi e argentieri di Palermo attraverso i manoscritti della maestranza, in Splendori di Sicilia. Arti decorative dal Rinascimento al Barocco, catalogo della mostra a cura di M.C. Di Natale, Palermo 2001, p. 677). Già Maria Accascina riferisce al nostro argentiere, che chiama Valenzio, tale punzone attribuendogli la croce reliquiaria d'argento della Chiesa Madre di Caccamo, eseguita nel 1666-1667 (cfr. M. Accascina, I marchi delle argenterie e oreficerie siciliane, Busto Arsizio 1976, p. 53), assegnazione confermata pure in tempi più recenti (cfr. R. Vadalà, scheda 90, in Splendori..., 2001, pp. 418-419). Lo stesso marchio è stato rilevato ancora su un calice della Chiesa Madre di Polizzi Generosa e sull'aureola di San Gandolfo della stessa città (S. Anselmo, Polizzi. Tesori di una città demaniale, Caltanissetta 2006, pp. 26, 68, 78), ove l'artista è chiamato nel 1673 in qualità di restauratore per intervenire sull'urna reliquiaria del santo patrono, San Gandolfo. Nello stesso periodo l'argentiere realizza pure tre perdute lampade pensili per la cappella del citato Santo (S. Anselmo, Polizzi..., 2006, pp 26, 27, 131). Per lo stesso centro madonita è attivo ancora nel 1704, anno in cui indora alcune suppellettili liturgiche per la cappella del SS. Sacramento della chiesa di San Giovanni Battista (S. Anselmo, Polizzi..., 2006, p. 137). L'argentiere, che riveste la carica di console nel 1680, 1691 e 1701 (S. Barraja, I marchi..., 1996, pp. 68-69, 71

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Auktion:
Datum:
18.11.2015
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