GIOVANNI ANDREA ANSALDO (1584-1638) Gloria di San Sebastiano e Assunta in gloria olio su carta applicata su tavola cm.27x19 Le due opere raffigurano la Vergine Assunta e San Sebastiano, riconoscibile in quanto martire (per la palma) la cui pena fu inflitta con le frecce, che si scorgono portate da un angioletto in basso a sinistra. Il sapore squisitamente genovese di questi due bozzetti (figg. 1-2) traspira immediatamente quando li si osservi: la tavolozza, la preparazione bruno-rossastra, la velocità di tocco, la fisionomia dei volti che si intuisce nonostante il loro carattere abbozzato e la posa di scorcio. Si tratta, altrettanto evidentemente, di "prime idee" che il pittore riversa sulla carta per studiare una composizione destinata a essere tradotta in grande su una tela di maggior formato, se non addirittura, ad affresco. Proprio la qualità "prospettica" di questi due dipinti che, nonostante le dimensioni ridotte, mostrano le abilità del pittore nella ricerca della costruzione dinamica dello spazio e nella resa del "sottinsù", conducono all'ipotesi che si debba trattare di Andrea Ansaldo. Se la critica, specie con la recente monografia di Margherita Priarone (2011) ne ha approfonditamete indagato l'opera di frescante e quella pittorica per dipinti di grande dimensioni, resta ancora quasi del tutto scoperta l'indagine sulle sue modalità bozzettistiche (cfr. anche Orlando 2010). Il pittore si mostra da subito estremamente ricettivo nei confronti dei molteplici stimoli culturali che riceve a Genova nei primi due decenni del Seicento: dalla lezione del maestro Orazio Cambiaso (il malnoto e probabilmente scadente figlio di Luca), alle suggestioni dei toscani a Genova (A. Lomi, Passignano, P. Sorri) e anche del Paggi che lo portano verso una cultura riformata, al manierismo di Procaccini (a Genova nel secondo decennio), Cerano e Morazzone. Negli anni intorno al 1620, proprio quelli di maggiore avvicinamento ai lombardi, è suo allievo G. Assereto, con il quale si può spesso rilevare una reciproca influenza. Il Soprani lo definisce ¿pittore prospettico¿ felice espressione che sintetizza la grande abilità di costruire lo spazio, tanto nell¿affresco quanto nelle opere su tela, soprattutto a partire dalla metà del terzo decennio del secolo. Tra le sue opere più significative ed esemplari di questa dote celebrata dal suo primo biografo va ricordata la grande impresa ad affresco nella chiesa dell'Annunziata, interrotta per la morte sopraggiunta molto presto, nel 1638, e dunque proseguita da Giulio Benso Si vedano per esempio le figure degli Evangelisti per la volta (figg. 3-4) e si noterà proprio come la postura, specie delle braccia e delle gambe, giocano un ruolo fondamentale, e peculiare, per la disposizione della figura nello spazio, come a sfondarlo e dilatarlo, secondo le nuove istanze barocche. Si veda anche la Gloria di san Carlo nella volta affrescata nella chiesa di Nostra Signora della Concordia ad Albisola Marina (fig. 5). Vi si noterà un analogo sgambettare di putti così magistralmente disposti a rendere il dinamismo dell'ascensione anche in questi piccoli bozzetti. Anna Orlando 2018 Inediti. Per una bibliografia di riferimento sul pittore cfr.: A. Orlando, Dipinti genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato, Torino, Allemandi, 2010, pp. 10-15 M Priarone, Andrea Ansaldo 1584-1638, Sagep, Genova 2011.
GIOVANNI ANDREA ANSALDO (1584-1638) Gloria di San Sebastiano e Assunta in gloria olio su carta applicata su tavola cm.27x19 Le due opere raffigurano la Vergine Assunta e San Sebastiano, riconoscibile in quanto martire (per la palma) la cui pena fu inflitta con le frecce, che si scorgono portate da un angioletto in basso a sinistra. Il sapore squisitamente genovese di questi due bozzetti (figg. 1-2) traspira immediatamente quando li si osservi: la tavolozza, la preparazione bruno-rossastra, la velocità di tocco, la fisionomia dei volti che si intuisce nonostante il loro carattere abbozzato e la posa di scorcio. Si tratta, altrettanto evidentemente, di "prime idee" che il pittore riversa sulla carta per studiare una composizione destinata a essere tradotta in grande su una tela di maggior formato, se non addirittura, ad affresco. Proprio la qualità "prospettica" di questi due dipinti che, nonostante le dimensioni ridotte, mostrano le abilità del pittore nella ricerca della costruzione dinamica dello spazio e nella resa del "sottinsù", conducono all'ipotesi che si debba trattare di Andrea Ansaldo. Se la critica, specie con la recente monografia di Margherita Priarone (2011) ne ha approfonditamete indagato l'opera di frescante e quella pittorica per dipinti di grande dimensioni, resta ancora quasi del tutto scoperta l'indagine sulle sue modalità bozzettistiche (cfr. anche Orlando 2010). Il pittore si mostra da subito estremamente ricettivo nei confronti dei molteplici stimoli culturali che riceve a Genova nei primi due decenni del Seicento: dalla lezione del maestro Orazio Cambiaso (il malnoto e probabilmente scadente figlio di Luca), alle suggestioni dei toscani a Genova (A. Lomi, Passignano, P. Sorri) e anche del Paggi che lo portano verso una cultura riformata, al manierismo di Procaccini (a Genova nel secondo decennio), Cerano e Morazzone. Negli anni intorno al 1620, proprio quelli di maggiore avvicinamento ai lombardi, è suo allievo G. Assereto, con il quale si può spesso rilevare una reciproca influenza. Il Soprani lo definisce ¿pittore prospettico¿ felice espressione che sintetizza la grande abilità di costruire lo spazio, tanto nell¿affresco quanto nelle opere su tela, soprattutto a partire dalla metà del terzo decennio del secolo. Tra le sue opere più significative ed esemplari di questa dote celebrata dal suo primo biografo va ricordata la grande impresa ad affresco nella chiesa dell'Annunziata, interrotta per la morte sopraggiunta molto presto, nel 1638, e dunque proseguita da Giulio Benso Si vedano per esempio le figure degli Evangelisti per la volta (figg. 3-4) e si noterà proprio come la postura, specie delle braccia e delle gambe, giocano un ruolo fondamentale, e peculiare, per la disposizione della figura nello spazio, come a sfondarlo e dilatarlo, secondo le nuove istanze barocche. Si veda anche la Gloria di san Carlo nella volta affrescata nella chiesa di Nostra Signora della Concordia ad Albisola Marina (fig. 5). Vi si noterà un analogo sgambettare di putti così magistralmente disposti a rendere il dinamismo dell'ascensione anche in questi piccoli bozzetti. Anna Orlando 2018 Inediti. Per una bibliografia di riferimento sul pittore cfr.: A. Orlando, Dipinti genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato, Torino, Allemandi, 2010, pp. 10-15 M Priarone, Andrea Ansaldo 1584-1638, Sagep, Genova 2011.
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