Scuola emiliana, prima metà del sec. XVII RITRATTO DI GENTILDONNA CON VASO DI FIORI olio su tela, cm 196x123 Provenienza Collezione privata La tela qui proposta, proveniente da una importante collezione privata, mostra il ritratto a figura intera di una gentildonna vestita con un elegante abito di velluto nero. Nell’impaginazione solenne con la figura in piedi, leggermente ruotata nel busto in modo da rendere la posa più dinamica, nella sobrietà dell’ambientazione e dei toni scuri, rischiarati solo dalle luci sul volto e sulle mani, è possibile riconoscere i codici di rappresentazione della ritrattistica aulica in voga in Emilia nella prima metà del Seicento. Vi sono elementi che avvicinano la grande tela al naturalismo rigoroso e malinconico di Ludovico Carracci, ai modelli femminili di Agostino e di Lavinia Fontana e alla resa pittorica dei ritratti per gli Este di Matteo Loves I dettagli dell’abbigliamento dell’effigiata, come i polsini a lattughe inamidate e l’ampio colletto di pizzo a palmette con doppie volute, permettono di datare più precisamente la nostra opera intorno agli anni trenta del Seicento, considerando anche le affinità stilistiche con il ritratto di Francesco I d’Este del Musées d’Art et d’Histoire di Ginevra dipinto intorno al 1633 da Matteo Loves ( La pittura in Emilia Romagna. Il Seicento , tomo secondo, a cura di J. Bentini, L. Fornari Schianchi, Milano, 1993, fig. a p. 225).
Scuola emiliana, prima metà del sec. XVII RITRATTO DI GENTILDONNA CON VASO DI FIORI olio su tela, cm 196x123 Provenienza Collezione privata La tela qui proposta, proveniente da una importante collezione privata, mostra il ritratto a figura intera di una gentildonna vestita con un elegante abito di velluto nero. Nell’impaginazione solenne con la figura in piedi, leggermente ruotata nel busto in modo da rendere la posa più dinamica, nella sobrietà dell’ambientazione e dei toni scuri, rischiarati solo dalle luci sul volto e sulle mani, è possibile riconoscere i codici di rappresentazione della ritrattistica aulica in voga in Emilia nella prima metà del Seicento. Vi sono elementi che avvicinano la grande tela al naturalismo rigoroso e malinconico di Ludovico Carracci, ai modelli femminili di Agostino e di Lavinia Fontana e alla resa pittorica dei ritratti per gli Este di Matteo Loves I dettagli dell’abbigliamento dell’effigiata, come i polsini a lattughe inamidate e l’ampio colletto di pizzo a palmette con doppie volute, permettono di datare più precisamente la nostra opera intorno agli anni trenta del Seicento, considerando anche le affinità stilistiche con il ritratto di Francesco I d’Este del Musées d’Art et d’Histoire di Ginevra dipinto intorno al 1633 da Matteo Loves ( La pittura in Emilia Romagna. Il Seicento , tomo secondo, a cura di J. Bentini, L. Fornari Schianchi, Milano, 1993, fig. a p. 225).
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