Sebastiano Galeotti (Firenze 1676 - Mondovì 1746) olio su tela, cm 110x95 entro cornice dorata L'opera è riconducibile alla produzione dell'elegante pittore di origine fiorentina, Sebastiano Galeotti cresciuto presso la bottega di Alessandro Gherardini e in seguito trasferitosi a Bologna alle dipendenze di Giovan Gioseffo Dal Sole Ad un'attenta analisi stilistica, la tela si colloca nel periodo farnesiano dell'artista, a ridosso del suo soggiorno genovese avvenuto lungo il corso del quarto decennio del secolo. Sebastiano, che era giunto a Genova nel 1729 grazie all'intercessione del marchese Giovanni Battista Spinola, è ricordato dalle fonti locali come parmigiano, una curiosa e alquanto significativa filiazione al linguaggio del Maestro manierista che dovette senz'altro affascinarlo durante la sua permanenza a Parma. Il linguaggio di sprezzatura impiegato per il nostro esemplare, - le tinte pastello, il tratto vigoroso e i panneggi frastagliati -, stringe numerose assonanze con gli affreschi realizzati per la chiesa somasca di Santa Maria Maddalena e per quelli di Palazzo Spinola con il Convito per le nozze di Amore e Psiche. L'eco del Gherardini è ancora percepibile nel morbido snodarsi delle figure nello spazio, anche se evidente risulta la virata accademica manifesta nel segno nervoso e grassetto e nell'arrovellarsi delle forme, tratti tipici della sua fase estrema.
Sebastiano Galeotti (Firenze 1676 - Mondovì 1746) olio su tela, cm 110x95 entro cornice dorata L'opera è riconducibile alla produzione dell'elegante pittore di origine fiorentina, Sebastiano Galeotti cresciuto presso la bottega di Alessandro Gherardini e in seguito trasferitosi a Bologna alle dipendenze di Giovan Gioseffo Dal Sole Ad un'attenta analisi stilistica, la tela si colloca nel periodo farnesiano dell'artista, a ridosso del suo soggiorno genovese avvenuto lungo il corso del quarto decennio del secolo. Sebastiano, che era giunto a Genova nel 1729 grazie all'intercessione del marchese Giovanni Battista Spinola, è ricordato dalle fonti locali come parmigiano, una curiosa e alquanto significativa filiazione al linguaggio del Maestro manierista che dovette senz'altro affascinarlo durante la sua permanenza a Parma. Il linguaggio di sprezzatura impiegato per il nostro esemplare, - le tinte pastello, il tratto vigoroso e i panneggi frastagliati -, stringe numerose assonanze con gli affreschi realizzati per la chiesa somasca di Santa Maria Maddalena e per quelli di Palazzo Spinola con il Convito per le nozze di Amore e Psiche. L'eco del Gherardini è ancora percepibile nel morbido snodarsi delle figure nello spazio, anche se evidente risulta la virata accademica manifesta nel segno nervoso e grassetto e nell'arrovellarsi delle forme, tratti tipici della sua fase estrema.
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